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L’innesto della pianta di olivo: quando e come farlo

L’innesto è una tecnica fondamentale per la sopravvivenza e diffusione delle piante di olivo.

Tale tipologia di pianta, infatti, non riesce a riprodursi per seme e, quando ciò avvenga, i risultati sono scarsi sia nella qualità che nella quantità.

Quindi l’innesto risulta essere la tecnica migliore per la propagazione degli olivi, perché unisce a buone probabilità di attecchimento l’ottima qualità di produzione.

Se sei interessato anche all’innesto del limone, puoi leggere la nostra guida sul tema.

 

Innesto: come si fa?

Questa tecnica viene utilizzata non soltanto nel campo agricolo, per il settore food, ma anche nei vivai e nei giardini, visto il ruolo ornamentale che sempre più viene riconosciuto alle piante di olivo.

L’innesto dell’olivo è la tecnica colturale che consiste nell’unire, mediante l’intervento dell’uomo, i tessuti di due piante della stessa specie.

Tale tecnica colturale consiste nell’innestare la marza, parte in legno che preleviamo da una pianta, sul portainnesto, pianta su cui l’innesto viene eseguito: la marza viene scelta a seconda del tipo di olivo che il coltivatore vuole ottenere con l’operazione di innesto, ognuna conferisce infatti all’olivo caratteristiche differenti.

Ne esistono varie tipologie:

  • l’innesto a spacco,
  • l’innesto col trapano,
  • l’innesto a corona.

 

L’innesto a spacco (o a linguetta)

Per effettuare un perfetto innesto a spacco (o a linguetta) occorre una marza di lunghezza pari a 10 centimetri: il diametro della marza (o nesto) deve essere pari a quello del portainnesto, questo per permettere ai due elementi di combaciare a perfezione.

Infatti l’operazione di questa particolare tipologia di innesto prevede che, dopo un taglio inclinato su entrambi, la marza e il portainnesto debbano essere legati con vigore l’uno all’altro, dotandosi di un nastro o di un elastico apposito per gli innesti.

Si consiglia di raccogliere le marze durante il periodo di potatura invernale e di effettuare un trattamento particolare nella zona di taglio per evitare che possano emergere problematiche legate alla nascita di funghi e patologie particolari che andrebbero a rovinare totalmente la marza e, di conseguenza, l’operazione di innesto a spacco.

La conservazione della marza deve avvenire a una temperatura molto bassa (circa 4°C), si consiglia di utilizzare un sacchetto di plastica ben chiuso.

 

L’innesto col trapano: una tecnica innovativa

Un’altra tipologia di innesto che ha suscitato grande interesse, in virtù del suo carattere innovativo e originale, è l’innesto col trapano: una pratica per cui il portainnesto è il risultato di due fori sul tronco di olivo che vengono praticati con un trapano.

In questi fori vengono innestate, perpendicolarmente alla pianta madre, due marze, mente le ferite sono ricoperte perfettamente da catrame o altri materiali di riempimento.

Una tecnica recente che ha visto come suo primo attuatore nel nostro paese il dott. Giovanni Melcarne, durante le operazioni di contrasto al batterio della xylella.

 

Il periodo migliore per l’innesto dell’olivo

Ma qual è il periodo migliore per l’innesto della pianta di olivo?

La tecnica dell’innesto deve essere effettuata in primavera.

Questo perché la pianta ha una migliore circolazione della linfa (in gergo si parla di “pianta in succhio”) la quale consente un distacco della corteccia più semplice, nonché un maggiore attecchimento tra le zone di cambio della marza e del portainnesto: condizioni che, come potete capire, favoriscono di gran lunga la buona riuscita della pratica colturale.

Un altro elemento da non sottovalutare per la buona riuscita è l’uso di particolari accorgimenti quali l’uso di coltelli disinfettati e con lame affilate.

Fondamentale, inoltre, è che la superficie innestata sia coperta in maniera corretta.

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