Molte persone non sono a conoscenza di questa strategia di marketing adottata dalle più famose case produttrici di telefoni e smartphone: vediamo di cosa si tratta esplicandone i punti fondamentali.
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Che cos’è l’obsolescenza programmata
Si parla di obsolescenza programmata quando un’azienda, in maniera del tutto conscia e (appunto) programmata, progetta e sviluppa i propri prodotti in maniera da renderli obsoleti dopo un periodo di tempo ben preciso: la strategia è messa in atto in modo da orientare i consumatori a scegliere di passare ad un nuovo modello di prodotto proposto piuttosto che restare con quello attuale. Sono diversi i grandi marchi della telefonia che fanno affidamento a questa strategia e non lo nascondono neanche troppo.
La nascita dell’obsolescenza programmata
Per quanto possa sembrare un argomento attuale e contemporaneo, l’obsolescenza è nota già dai primi anni del Ventesimo secolo. Proprio nel 1924, infatti, le maggiori case produttrici di lampadine dell’epoca si misero d’accordo per creare prodotti che, dopo una determinata soglia di tempo, smettevano di funzionare senza apparente motivo in modo da incentivare i clienti a comprare nuovi prodotti in un ciclo infinito. Altro esempio è fornito dall’azienda Dupont, creatrice delle calze a nylon: poiché troppo resistenti e meno soggette a rottura, i dirigenti chiesero ai propri tecnici di indebolire la fibra delle calze di proposito in modo da incrementare notevolmente le vendite e gli introiti di conseguenza.
L’obsolescenza nel mondo moderno
Nell’occhio del ciclone, negli ultimi anni, è finita la Apple, gigante della telefonia e dell’informatica, a causa di un’azione popolare mossa dai consumatori dei loro prodotti: questi lamentavano infatti che la batteria dell’iPod, lettore musicale di punta prodotto dal marchio della Mela, durasse troppo poco e si rompesse troppo facilmente in modo da costringere i clienti ad acquistare nuovi iPod senza poter riparare quelli difettosi. A seguito dell’azione popolare, però, Apple si è offerta di sostituire gratuitamente i modelli difettosi o le batterie rotte: anche senza mai ammettere di aver adottato questa strategia, è ben noto che il marchio di Cupertino e gli altri colossi del mercato utilizzino questo meccanismo per favorire l’acquisto dei loro prodotti nuovi a scapito di quelli ormai obsoleti.
Un problema contemporaneo
Se a differenza del 2003, anno dello scandalo dell’iPod, adesso non si sente più parlare di prodotti per la telefonia fatti per non durare, di diverso avviso sono una larga parte dei consumatori: gli ultimi modelli di smartphone (sia di Apple che di Samsung) sembrano molto più fragili e suscettibili a rottura in seguito a cadute rispetto a modelli più vecchi. Sono stati diversi, infatti, i test volti a dimostrare la fragilità dell’S8 e dell’iPhone X e tutti hanno evidenziato come questi due super-telefoni siano in realtà super-fragili. Gli esperti hanno ricondotto il fenomeno alla strategia dell’obsolescenza programmata: essendo i telefoni così facili da rompere, il cliente sarà costretto a sostituirli con prodotti nuovi o a pagare somme importanti per poterlo riparare, facendo fioccare alle stelle gli introiti per le società.
Le soluzioni contro l’obsolescenza
I ricercatori della University of California stanno studiando un prodotto che rischia di rivoluzionare per sempre il mercato della telefonia e rendere praticamente invulnerabili i device dalla strategia che li rende obsoleti: essi, infatti, stanno svolgendo ricerche su un particolare tipo di vetro (da utilizzare con gli schermi touch) che sarebbe in grado di ripararsi da solo in meno di 24 ore anche a seguito di danni parecchio ingenti. Tutto ciò è dovuto alla particolare struttura chimica del vetro proposto, in grado di rigenerarsi senza intervento umano. In attesa della tecnologia, però, è bene proteggere i vostri smartphone da cadute “fatali”: il modo migliore è applicare una cover, meglio se personalizzata e unica, come quelle proposte dall’azienda Personalizzalo, sul loro sito https://www.personalizzalo.it/.