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No profit e il rapporto con la società attuale

Come ben sappiamo, le no profit, sono associazioni fondate su un duplice principio: l’assenza di un ritorno in denaro e l’offerta di aiuti e servizi. Quali sono le principali sfide che devono affrontare questo tipo di organizzazioni all’interno delle società odierne? Sia che operino nel sociale o nello sportivo, i problemi e le difficoltà per questi enti non mancano. Vediamone alcune.

 

Il primo, in ordine cronologico, è dettato dalle difficoltà costitutive dell’ente. La trafila e i dettagli da non sottovalutare sono molteplici. Statuto e Atto costitutivo non sono certo documenti da redigere con superficialità, da essi ne discende organizzazione, struttura, trasparente e corretto funzionamento dell’associazione e, fondamentale, il suo diritto a godere di un regime fiscale agevolato, proprio del settore no profit. Al di là del tipo e del settore in cui l’ente vorrà operare, la nostra giurisprudenza ha messo nero su bianco i criteri da rispettare, senza i quali, una determinata organizzazione non governativa, di volontariato, di promozione sociale, o associazione sportiva dilettantistica, non potrà usufruire di: esenzione dall’obbligo di dichiarazione, non tassabilità dei corrispettivi ricevuti dai soci per la frequentazione dei corsi organizzati, donazioni, 5×1000 e altro ancora.

 

Ma superata la sfida costitutiva e burocratica, un secondo problema potrebbe essere dettato dalla visibilità. Non sarà facile per una neonata associazione infatti, ottenere un suo spazio d’azione e un panorama nel quale agire, spesso dominati da realtà già ben affermate. Perfino nella beneficenza c’è competizione e per quanto potrà sembrare assurdo, non sono rarissimi i casi in cui un’associazione affermata, o comunque più radicata e navigata di altre, si attesti una sorta di esclusiva del bene. E nello sport? C’è da dire che, specie negli ultimi anni, la tendenza al no profit, accanto ad ambienti ben affermati nel panorama sportivo nazionale, va consolidandosi. Sarà sempre visto di buon occhio l’impegno di associazioni e organizzazioni varie, fondate sul blasone di una società (Fondazione Milan, Juventus Charity solo per citarne alcune) verso un aiuto sociale, assistenza a ragazzi provenienti realtà particolari, che grazie allo sport trovano motivo di aggregazione, sostegno e magari realizzazione professionale. Ma per chi non gode di questa visibilità fin dal momento della sua costituzione non sarà altrettanto facile, diciamo immediato l’impatto nel settore d’azione desiderato, anche se, per un’associazione sportiva dilettantistica, coadiuvata da agevolazioni e incentivi, la strada potrebbe essere in discesa. Non dovendo competere per forza di cose con società lucrative, una buona organizzazione e soprattutto una buona offerta di corsi e strutture, saranno sempre viatico di utilità, dunque di successo.

 

Un’associazione no profit, no è un organismo autosufficiente che può essere messo in piedi per amor proprio o con noncuranza, al contrario, richiede cura, attenzione e un impegno costante. Fondamentale per questo è una netta e decisa capacità di organizzazione che non lascia niente al caso. Qualunque siano le leggi fiscali o gli incentivi alle donazioni, per esempio, la capacità delle organizzazioni non profit di attirare risorse dai privati o di acquisire il sostegno dello Stato dipenderà molto dalle loro capacità manageriali e di gestione della contabilità. La mancanza di fondi infatti, assieme alle difficoltà di gestione, sono sicuramente delle problematiche centrali per una no profit.

 

Ecco che ritorna il concetto di visibilità dunque. Si tratta di sfide in termini economici e in termini di consenso pubblico, che insieme con una adeguata gestione aziendale, formano aspetti strettamente legati e interdipendenti l’uno dall’altro. Non si può sperare di accedere a fondi o donazioni cospicue se prima non si è costruita un’immagine di integrità, affidabilità e credibilità.

 

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