Quella che un tempo era una passione considerata ‘di nicchia’, che viveva per sua essenza lontano dalla ribalta mediatica degli schermi televisivi e che si tramandava in silenzio attraverso le conoscenze della nonna, ormai è diventata un vero e proprio status symbol che si sposa a meraviglia con le caratteristiche peculiari del popolo italiano. E’ proprio nel Belpaese che infatti è nata la buona cucina, da qui le tradizioni secolari si sono sviluppate fiorendo nei piatti gourmet e creativi che tutto il mondo ci invidia. Insomma, siamo tutti un po’ chef – almeno tra le mura di casa – e sappiamo destreggiarci in cucina non solo grazie ai consigli di mamme e nonne dalle mani sapienti ma anche di programmi televisivi che hanno sdoganato il piacere di stare ai fornelli in tutte (è proprio il caso di dirlo) le salse. Fioriscono le piattaforme dedicate ai consigli: per essere sempre originali l’ideale è consultare le guide di cucina su cucinarefacile.com. Il motivo è presto detto: il cibo può essere senza alcun dubbio annoverato tra i piaceri della vita, capace di stimolare i nostri sensi e scatenare le emozioni o i ricordi.
Quando un cibo riesce a farci stare meglio
Studi hanno infatti dimostrato che assumere gli alimenti preferiti può facilitare il rilascio delle endorfine, che vanno ad agire esaltando l’umore. La preferenza e l’attrazione verso un alimento è legata a tutta una serie di implicazioni: dalla situazione nella quale si consuma al ricordo della precedente esperienza di assaggio. Con le persone giuste intorno, insomma, consumare un determinato prodotto è in grado di farci stare subito meglio. Non bisogna poi sottovalutare anche l’impatto di tipo psicologico che può essere associato al consumo di un certo cibo o bevanda. Cosa vuol dire? Che un certo alimento potrà migliorare il nostro umore perché ‘ci aspettiamo da lui’ questa reazione (anche se poi in realtà non ci sono ingredienti che possano davvero stimolarla). Ad esempio, prendiamo la regina della cucina italiana: la pasta. Scegliere di mangiarla può effettivamente andare a influire sulla sensazione di stress, abbattendola. Secondo uno studio infatti assumere pasta (e tutti quegli alimenti che contengono molte fibre e grassi) cambia in meglio l’umore. Certo, il motivo principale è la sua innegabile bontà ma anche il fatto di saper rappresentare il momento del pranzo in famiglia per eccellenza. Inoltre sembra proprio che gli acidi grassi siano in gradi di agire sugli stati d’animo caratterizzati da una forte ansia.
Il tetris di sapori e tempi di cottura
Chi ha avuto la fortuna di crescere in una famiglia con una nonna abile ai fornelli e generosa nei consigli sa che stare in cucina equivale a coordinare un tetris di tempi di cottura, tagli ben precisi, lievitazione ed estro creativo (con al centro il rispetto della tradizione). E’ però pur vero che la sensibilità per il cibo di qualità è intrinseca del nostro popolo, così che anche la curiosità intorno a questo mondo è sempre pronta ad emergere. Nel nome di una cultura ‘slow’, nel senso più vero del termine. Perché siamo abituati a vivere sempre con i minuti contati, non abbiamo mai tempo per niente che sia ‘extra’ nelle nostre giornate e facciamo un uso spregiudicato di fast food e cibi take away che niente hanno speciale se non la comodità e la velocità di utilizzo e reperimento. Non si va troppo spesso alla ricerca di ricette che non siano legate a tempi di cottura molto stretti o livelli di difficoltà bassissimi. Ecco perché la riscoperta dell’atto in sé del cucinare è importante e viaggia su un piano altro rispetto ai tempi moderni. Riuscire a riprendere il filo, anche grazie ai programmi televisivi, è essenziale a prescindere dalle modalità con le quali avviene. Cucinare per qualcuno è infatti una forma di amore, oltre che naturalmente un comportamento che si configura come senza dubbio altruistico. Ed è noto che questa è un’emozione in grado di legare gli altri e far sentire felici e apprezzati. Il gesto in sé, inoltre, è atavico: nutrirsi è strettamente connesso alla sopravvivenza. Cucinare e nutrire gli altri contribuisce a stimolare la sensazione di cura e impegno nella preservazione di queste persone (parenti, amici o colleghi di lavoro). Si offre loro qualcosa di cui hanno un innato bisogno e, allo stesso tempo, si offre amore e appoggio: un circuito virtuoso che stimola il benessere.