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Food e Beverage, la formazione per nuove e classiche professioni

Lavorare nel settore turistico e della ristorazione è un’ambizione per molte persone che, non solo prediligono quest’ambito professionale, ma sono anche motivate dalla continua richiesta di operatori in quello che viene definito, tecnicamente, il campo Food & Beverage.

Le prospettive di lavoro vengono ampliate ad ogni stagione, dato che nascono nuove professioni e nuove esigenze, seppure siano sempre in prima linea i classici ruoli di cuoco, barman, pizzaiolo, pasticcere, sommelier, fino ai F&B Manager e all’innovativo Food Shopper.

La formazione nel settore food & beverage, è molto ampia riguardo queste figure professionali, in particolare nel caso dei sommelier esperti, che rappresentano per l’Italia un vanto internazionale a livello di conoscenze e preparazione.

Tra le principali professioni richieste nel beverage, inoltre, sono sempre tenuti in grande considerazione gli enologi e i bartender particolarmente specializzati nella miscelazione o mixology.

Per molti operatori già attivi nel settore da tempo, che desiderano estendere la propria carriera oltre gli ambiti consueti, c’è la possibilità di frequentare dei corsi per F&B Manager, acquisendo conoscenze utili a livello gestionale e di supervisione. Dopo anni di cucina, ad esempio, un cuoco potrà pensare di gestire degli eventi gastronomici o banchetti all’interno di ristoranti, alberghi o strutture ricettive, oppure semplicemente aprire un proprio locale tramite conoscenze maggiorate su budget e marketing.

Quello del F&B Manager è un profilo fondamentale per la gestione del lavoro giornaliero di produzione e somministrazione alimenti e bevande, in grado di far fronte a problematiche di controllo dei costi, organizzazione del personale, contatti con i fornitori, selezione delle attrezzature e gestione degli eventi.

È necessario possedere non solo un’adeguata formazione nel settore food & beverage, ma anche una notevole esperienza: non è certo possibile seguire il banqueting o anche solo un buffet per centinaia di persone, senza avere una precisa cognizione di quali siano i costi, le tempistiche, le dinamiche e le esigenze di committenti ed ospiti.

Formazione e talento: un binomio imprescindibile

Al di là dei titoli di studio e della pratica, nel settore Food & Beverage sono richieste delle doti organizzative, di talento individuale, di flessibilità a livello di orari e giornate, oltre che un’estrema precisione nello svolgimento del lavoro e nel controllo.

Protocolli come l’HACCP sui rischi alimentari sono fondamentali da acquisire e da rispettare, in un settore dove si somministrano alimenti e bevande al pubblico, e in cui si devono osservare, appunto, determinate procedure per la sicurezza da contaminazioni e alterazioni.

A livello di doti personali, per alcune professioni sono richieste, ovviamente, delle attitudini imprescindibili sia manuali che sensoriali per la cucina e il bere, come nel caso dei sommelier, bartender, pasticceri o pizzaioli.

I corsi di base e le successive specializzazioni sono dei percorsi professionali obbligatori, se non a livello legislativo, sicuramente per intraprendere professioni dove l’abilità manuale va continuamente sviluppata tramite l’esperienza e lo studio delle novità del settore.

La formazione in tali settori in Italia, infatti, è definita da una normativa non rigida, essendo le professioni legate al Food & Beverage delle libere professioni, senza obbligo per chi le pratica di iscriversi ad un Albo Professionale oppure mostrare titoli indispensabili.

È possibile esercitare il lavoro di cuoco, pizzaiolo, barman o sommelier grazie a dei corsi di formazione riconosciuti da associazioni di settore oppure scuole di formazione, tra le quali segnaliamo il corso barman Torino organizzato dall’Accademia Nazionale Degustibuss.

Senza, però, la necessità di un percorso definito all’interno di un ente pubblico determinato; come avviene invece, per professionisti come avvocati, medici o architetti che devono ottenere obbligatoriamente la laurea nel settore prescelto, sostenere un esame di stato e iscriversi all’albo professionale corrispondente.

Le professioni in ascesa nel Food & Beverage

I ruoli che stanno prendendo piede in questo ambito, legato in modo sostanziale al turismo e al settore della ristorazione, sono quelli del food shopper, dell’assaggiatore professionale, del food blogger e del sempreverde sommelier.

Nel primo caso, si tratta di una tendenza che arriva dagli Stati Uniti, che vede emergere il profilo di un professionista che propone ai turisti di un determinato territorio, la globalità dei prodotti tipici da assaporare e da acquistare, accompagnandoli nelle degustazioni e agli eventi locali, consigliando enoteche, ristoranti storici o tipici, pasticcerie, aziende agricole con produzioni proprie e tutte le delizie possibili.

Una figura che in Italia è stata recepita al meglio, anche sotto la dicitura di specialista nel turismo eno-gastronomico, data la ricchezza con la quale il nostro territorio si caratterizza, in modo differente anche tra poche decine di chilometri.

Per diventare un food shopper servono dei corsi di formazione specifici, da abbinare ad una cultura personale nel settore prescelto eno-gastronomico.

L’assaggiatore professionale parte la sua formazione dai corsi di degustazione, per sviluppare una cultura e un’esperienza sempre più “sensibili” alle novità gastronomiche così come ai cibi tradizionali. Certifica la qualità degli alimenti, le proprietà organolettiche (fondamentali per vino, formaggio, aceto, olio, miele, etc.), lavorando sia presso le aziende alimentari sia come libero professionista.

Un profilo nel settore F&B decisamente figlio della nostra epoca è quello del food blogger, che opera attraverso il suo spazio web per offrire consigli, informazioni, opinioni e recensioni sul mondo della cucina o dei drink. Il tutto ovviamente, è frutto di esperienza e continua ricerca di luoghi e alimenti da degustare, cucinare, fotografare, e così via. Di certo per questa professione non esiste un corso di formazione specifico, ma è necessario essere già degli esperti oppure operatori del settore.

Di certo un sommelier che apra un blog sul vino avrà più chance di un qualunque altro anonimo blogger senza titoli… quindi, per essere dei food blogger a tutto campo, la formazione migliore è quella globale, mediante corsi di degustazione, pasticceria, panificazione, bartending e, si sa, non è mai abbastanza: per acquisire autorità in un settore vasto come l’alimentazione, è bene saperne sempre di più!

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