La storia ci insegna che i mezzi di comunicazione sono strumenti essenziali nelle dinamiche interne ai popoli e agli stati. Nessuno statista, né politico ha mai trascurato queste importanti fonti di notizie perché necessarie a guidare gli umori del popolo. Con l’avvento dei social la situazione non è affatto cambiata, sono cambiati soltanto gli strumenti e le modalità di diffusione.
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Twitter e la Russia: i motivi del contrasto
A corollario di quanto appena premesso, dobbiamo segnalare una notizia molto importante: c’è uno scontro in atto tra Twitter e la Russia.
E’ notizia di qualche giorno fa, infatti, che Twitter potrebbe essere vietato in Russia. Questo a causa della “mancata rimozione” di alcuni contenuti ritenuti “vietati” dal governo sovietico. Il motivo della recente agitazione russa concerne, stando al comunicato del Cremlino, una serie di tweet in cui gli utenti del famoso social network hanno invitato i bambini a scendere in piazza per protestare contro l’operato del governo guidato dal Presidente Wladimir Putin. Nonostante il Cremlino abbia fatto pressioni sul team di Twitter perché rimuovesse tali contenuti, in quanto “illegali” secondo la normativa russa, il colosso americano non ha esaudito la richiesta. Si prevedono forti misure restrittive nei confronti dell’app statunitense, si parla addirittura di blocco totale.
Trump contro Twitter: il caso
Non è la prima volta che si verifica un caso del genere, né sarà l’ultima. Esistono tanti precedenti che vedono contrapposti i social network e i governi internazionali, soprattutto in quegli Stati in cui la stabilità democratica è molto labile o, nei casi peggiori, non esiste. L’esempio più evidente è dato dalla diatriba che Twitter ha avuto con Donald Trump: un crescendo di limitazioni all’account del già Presidente degli Stati Uniti di America che è sfociato nella rimozione a vita dell’account in seguito ai tweet relativi ai tremendi fatti di Capitol Hill.
Un altro precedente simile si è verificato in India dove, a causa dei cattivi rapporti con la Cina, il governo indiano ha bloccato l’uso dell’app Tik Tok a oltre un miliardo di potenziali utenti: in questo caso il colosso dell’economia cinese è stato bloccato per rappresaglia nei confronti della Cina. Il blocco dei social network però non è un evento unico: in passato anche il governo russo ha adottato tale misura e in Cina, tuttora, non è possibile usare Facebook.
Ma perché tutto questo? Ci sono tante ragioni che possono spingere un governo a bloccare o limitare l’uso di un social network, alcune le abbiamo già spiegate nel paragrafo precedente. In generale possiamo dire che in stati non propriamente democratici uno spazio di libera espressione è visto come un pericolo mortale per la propaganda governativa: una libera circolazione di idee che potrebbe compromettere la versione ufficiale degli organi di governo, denotare la presenza di gravi ingiustizie sociali, sottoporre a critica le più alte cariche dello stato e dar vita a movimenti rivoluzionari, di protesta. Non possiamo dimenticare il ruolo avuto dai social nella primavera araba e in tante rivoluzioni dell’ultimo decennio: un vero e proprio megafono in grado di sovvertire governi dispotici, intimorendone i principali protagonisti.